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George Russell, crederci sempre, mollare mai - I miei preferiti del Brasile

La prima vittoria di George Russell è arrivata in uno dei weekend più iconici del calendario della stagione di Formula 1: Interlagos di imprese ne ha viste tante, ma la gara di questo weekend è proprio di un altro livello.

Photo credits: Mercedes AMG F1

Quello che fin da bambini ci sentiamo dire, quello che diventa l'emblema della vita quando si cresce: inseguire i propri sogni. Tutti ci pensano, pochi ci provano, solo i coraggiosi ci riescono. Sognare è semplice, basta un attimo per farlo: tutti lo facciamo, ci ritagliamo quegli istanti di magia ogni giorno della nostra vita. A volte più concretamente, a volte meno, a volte in grande, a volte superficialmente.


Ciò che non è facile è capire come rendere quel sogno realtà, cosa fare perché diventi la nostra quotidianità e non più una sensazione momentanea. Inseguire un sogno è faticoso: stanca, toglie il fiato e demoralizza, è come una corsa a ostacoli. Tutti sognano, pochi si impegnano concretamente per renderlo realtà, perché non ci si pensa mai ai sacrifici necessari per far sì che si avveri. Si pensa che tutto cada dal cielo, che ci sia sempre qualcuno pronto ad aiutarci e a tenderci la mano, che arrivi la botta di fortuna a facilitarci le cose. Non è così. I sogni sono solo la proiezione di quello che potremmo arrivare ad essere si, ma solo con il duro lavoro.


Chi è abbastanza coraggioso da mettersi in gioco, che sacrifica ciò che per gli altri può sembrare indispensabile e lavora duramente allora ci riesce. Chi non smette di crederci nonostante le avversità, nonostante il mondo gli remi contro, nonostante il confronto con gli altri, che sembrano sempre riuscirci più facilmente, realizza il suo sogno. George Russell è la prova vivente di tutto ciò.

Photo credits: Mercedes AMG F1

Sui kart sembrava già un campione: studiava la pista atipicamente, con quegli occhioni azzurri che l'hanno sempre fatto riconoscere a visiera alzata, che raccontano la sua storia. Saltato in monoposto vince tutto quello che può vincere, non lascia niente agli altri, e cattura l'attenzione di Toto Wolff e Mercedes. Il futuro di George Russell sembrava già scritto: la F1 avrebbe dovuto iniziare a prepararsi per l'arrivo di una stella che brillava già tantissimo.


Arriva il debutto in Williams e al piccolo George già non sembra vero: è valsa la pena allora passare tutte quelle giornate in pista, con la famiglia lontana, e aver sacrificato tutto quello che per un adolescente "normale" è quotidianità. Il primo anno in F1 vola, ma Russell non conclude niente di che, dovendosi accontentare di una macchina piena di problemi. Stessa cosa succede il secondo anno, poi, arriva l'occasione della vita: una gara in Mercedes per sostituire Lewis Hamilton.


George tocca il suo sogno con mano, lo scruta da vicino, ne sente l'odore. Poi un errore al box lo rende vittima dell'ennesima delusione di quell'anno: sul muretto, sconsolato, George piange. La sua terza stagione in F1 lo vede ancora costretto in una macchina troppo piccola per il suo sogno: tutto quanto, dentro a quella Williams, non ci sta. Poi a Spa, magicamente, Russell si qualifica terzo e si commuove.


Si commuove ai microfoni di un'intervista perché non riesce a tenersi più dentro niente: lottare una vita intera, sacrificare tutto e vedere i propri compagni di carriera divertirsi in cima alla classifica non è semplice e come George riesce ad assaggiare anche solo un piccolo pezzettino di ciò che ha sempre sognato si comporta così, genuinamente come quel bimbo con gli occhioni sui kart.

Photo by George Russell

Arriva la firma sul contratto con Mercedes, i primi podi, le prime lotte vere, con Verstappen e con Leclerc, come ai tempi del kart e delle formuline, la prima pole e in Brasile, finalmente, la prima vittoria.

George Russell è la dimostrazione che non bisogna mai rinunciare ai propri sogni, non si deve mai abbassare la testa, al contrario, bisogna continuare a lavorare, correndo dritti come un treno.


Dall'ultima casella della griglia al gradino più alto del podio, con le lacrime che gli contornano il viso segnato dalla fatica e dal sorriso più grande del paddock in quel momento. Non più stretto nell'abitacolo di una monoposto che gli impedisce di far vedere il suo talento, ma nelle braccia del suo compagno di squadra Lewis Hamilton, fiero come un papà del suo lavoro, fedele mentore in questa stagione.

Photo credits: Mercedes AMG F1

Mai smettere di credere nei propri sogni, anche quando tutto sembra remarti contro, quando gli altri ci riescono prima di te, quando nessuno ci crede come fai tu. George non ha mai smesso di farlo, nemmeno quando ha toccato il fondo a quella gara debutto in Mercedes a Sakhir, continuando a lavorare sodo per potersi ricordare bimbo, che al posto della coppa del kart si immaginava il trofeo della Formula 1.


Caro George, finalmente ci sei riuscito anche tu. Hai ballato tra i più grandi, hai sfidato ogni difficoltà e ti sei rialzato come pochi hanno saputo fare. Ho sempre saputo che anche il tuo momento sarebbe arrivato, e adesso che hai assaporato quella sensazione, tienila ben impressa e non lasciarla più andare. Che sia la prima di moltissime.


Crederci sempre, mollare mai.

Photo credits: Mercedes AMG F1

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